Marengo è prodotto anche col Metodo Martinotti, inventato e brevettato nel 1895 da Federico Martinotti, direttore dell'Istituto Sperimentale per l'Enologia di Asti. 15 anni dopo, il francese Eugène Charmat adottò il procedimento di Martinotti per costruire e brevettare le autoclavi ancora oggi utilizzate per il processo di rifermentazione.
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Nel primo caso la rifermentazione avviene in bottiglia per molto tempo, mentre nel secondo il vino base viene fatto rifermentare in serbatoi chiusi a tenuta di pressione e solo successivamente imbottigliato.
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Nel primo caso la rifermentazione avviene in bottiglia per molto tempo, mentre nel secondo il vino base viene fatto rifermentare in serbatoi chiusi a tenuta di pressione e solo successivamente imbottigliato.
Parte la miscelazione del cuvage, unito a lieviti e zucchero.
Il prezioso metodo di lavorazione e il giusto tempo, conferiscono la creazione delle bollicine.
I vini vengono passati in un filtro resistente all’alta pressione per la rimozione di eventuali sedimenti.
Viene aggiunta una miscela di vino e zucchero prima dell’imbottigliamento.
Mentre i vini Metodo Classico devono molto del loro sapore alle qualità autolitiche conferite dai lieviti morti, i vini prodotti col Metodo Martinotti rappresentano freschezza e intensità, conservando le note e i sapori varietali aromatici delle uve. Una concezione moderna di spumante per dare ancora più sostanza al cuvage, un bouquet più sfaccettato, più carattere a ogni sorso. Bollicine bianche di bassa gradazione alcolica e di alta qualità, nelle quali assaporare l’estro e l’orgoglio Piemontese.