Marengo Alta Qualità

Una nuova identità tutta piemontese, che richiama vecchie tradizioni di vitigni storici, come “il Cortese”, un’uva a bacca bianca di grande qualità. Questa materia prima lavorata attraverso un’altra tradizione piemontese, il “Metodo Martinotti”, ci regala un sogno, una grande realtà, tutta da scoprire e da bere.

Attraverso un disciplinare molto curato, si arriva al vino “MARENGO”, raccontato e descritto nella “Menzione Marengo”. Tre aggettivi che sono la chiave del successo di questo nuovo “Sparkling dream”:

Bollicine bianche, bassa gradazione alcolica, Alta qualità.

Le bollicine bianche che nascono dalla fermentazione del vitigno Cortese, bacca bianca, piemontese, in una cornice ampelografica che oscilla tra l’astigiano, l’alessandrino e il cuore delle Langhe. La bassa gradazione alcolica, ottenuta attraverso un percorso di applicazione preciso come il Metodo Martinotti, in cui 2 fermentazioni ed un processo finale conferiscono corpo e carattere senza attraversare soglie troppo “inebrianti” dovute alla percezione di alcol troppo impattante e complessa.

L’ alta qualità che riscontriamo nel Piemonte Marengo Doc, è frutto di un mix complesso di grandi tradizioni spumantiere del Piemonte, unito a passaggi innovativi che estrapolano il meglio da questo vitigno a bacca bianca. Tutto questo ventaglio di complessità unite, ci regala un vino, o meglio, un vero e proprio “nettare” dal palato seducente, elegante, che si presta a tutti i momenti della giornata, inebriandoci di frutta e fiori, senza dimenticare la soddisfazione emozionale di un vino di alto livello.

Il futuro è diventato più elegante e delizioso…

Benvenuto PIEMONTE MARENGO DOC

Vino bianco d’eccezione per momenti speciali

Parliamoci chiaro, un momento speciale evoca un brindisi fatto con un vino di livello, meglio se possiamo classificarlo come “eccezionale”. Cambiano le abitudini, cambiano le tendenze, ma soprattutto cambiano i gusti delle persone, cambiamenti dettati dalle mode ma anche dalla ferrea volontà di diventare “Opinion Leader”. Certo, a contribuire a questo cambiamento di preferenze e inclinazioni di gusto, concorre la capacità straordinariamente evolutiva del mondo del vino, e soprattutto il carattere italiano di voler sempre fare meglio e cercare di competere per primeggiare laddove a volte il terreno sembra particolarmente ostico e presidiato.

Fino a pochi anni fa, nell’immaginario collettivo standard più modaiolo, si brindava ai momenti speciali, nelle grandi ricorrenze e durante le feste, bevendo principalmente vini di nazionalità francese, soprattutto Champagne. Questo perché lo champagne, che è senza ombra di dubbio, ambasciatore d’eleganza per la qualità, ha sempre conferito prestigio alle tavole su cui è presente, e nel palato di chi lo beve.

Ma…

C’è sempre un ma…. E questo ma, si chiama Italia.

Si, proprio così, il nostro fantastico paese, da sempre terra di eccezionali vini, rossi e bianchi, e sicuramente in cima alla lista della creatività e ambizione produttiva nel mondo, ha svoltato proprio nel 2021.

In occasione dello “Champagne & Sparkling Wine World Championship 2021” la nostra Italia, attraverso i suoi produttori più ambiziosi ha portato ben 58 medaglie d’oro contro le 52 conquistate dai francesi. Ma c’è di più…

All’interno di questa competizione internazionale, il premio più ambito, di massimo prestigio, il cosiddetto “Sparkling Wine Producer of the Year 2021” con 12 medaglie d’oro e 8 medaglie d’argento, se l’è aggiudicato, l’azienda FERRARI che ha conquistato il primo posto assoluto, sbaragliando i detentori del titolo, la “Maison Louis Roeder” (produttori tra gli altri del celebre “Champagne CRISTAL”) che ha collezionato “solo” 7 medaglie d’oro e 4 d’argento.

Oggi la moda è cambiata, oggi il prestigio è brindare con le bollicine italiane, in tutte le sue accezioni, da nord est a nord ovest.  Oggi vogliamo bere i nostri spumanti, dal Trento, al Franciacorta, al Prosecco, ma arrivando sempre nel finale in Piemonte, la madre patria della tradizione spumantiera, in continuo miglioramento, con nuovi gusti, nuove idee e nuovi prodotti.

Ecco dove possiamo approdare ormai serenamente, al brindisi con un prodotto nuovo, eccezionale, di basso impatto alcolico, ma dai profumi floreali, e stimoli di frutta sui palati, sia delicati che esigenti. L’eccezionalità a cui stiamo assistendo, nei prossimi anni, vedrà affacciarsi una nuova realtà, tutta di vitigno piemontese, che attraverso la “Menzione Marengo” ha dato vita ad un vino eccezionale, richiamante tradizioni, esperienza e innovazione del gusto.

Non bere Spritz ma Vino Cortese

NON BERE SPRITZ MA VINO CORTESE

L’aperitivo, questo grande fautore di giovialità, convivialità, e condivisione del tempo “before dinner”. Una moda italiana, poi esportata in tutto il mondo attraverso i secoli.

La premessa è doverosa per richiamare il significato del titolo, per dare un senso a quel piacere edonistico che ritroviamo ogni volta che accostiamo le labbra al bicchiere per inebriarci, da soli o in compagnia, prima della cena o di un  pasto in generale. Questo rito, diventato ormai un “must have” insostituibile in giro per i 4 angoli della Terra, ha un’origine tutta italiana, ma di più ancora tutta piemontese derivante da un’antica e reale tradizione, essendo stato concepito in onore del Re Vittorio Emanuele II di Savoia, dal mastro di Bottega Antonio Benedetto Carpano che distilla per la prima volta, alla fine del 700 il” Vermouth”, il primo liquore aperitivo della storia.

Attraverso il tempo arriviamo ai giorni nostri, quelli in cui il nostro Bel Paese continua a dettare le mode del drink aperitivo. Oggi più che mai, in Italia, ma ormai dovunque, quando pensiamo all’aperitivo, il primo nome che ci viene in mente è sicuramente LO SPRITZ, per essere precisi l’Aperol Spritz, essendo composto da 3 Parti di Prosecco, 2 Parti di Aperol, e 1 parte di Soda (o acqua gassata). Lo stesso Aperol, anch’esso di pensiero ed origine tutta italiana, ormai ambasciatore del globo dell’aperitivo italiano, nato dall’estro della famiglia Barbieri, di casata padovana, che lo brevettò nel 1819, e che ne vendette il brand al Gruppo Campari ci riporta oggi al tema più chiacchierato: “che cosa beviamo all’aperitivo?”  

Normalmente la prima risposta automatica è “SPRITZ”, ma ormai, si sa che noi italiani abbiamo la capacità, il vizio ed anche un pizzico di presunzione da voler sempre dettare le regole e “sparigliare” le carte in tavola. Da questa continua evoluzione nasce la nuova voglia di tornare verso il vino, in tutte le accezioni ovviamente, ma con particolare attenzione alle bollicine, del resto lo Spritz è composto da 3 parti di Prosecco.

Proprio per questo le richieste cominciano un po’ a stimolare la fantasia di chi somministra bevande, nel proporre nuovi sapori, nuove etichette di gusto diverso, in prima battuta il Prosecco, per andare poi verso Franciacorta, e soprattutto la nuova emozione che ha un nome “gentile”. Ecco allora approdiamo al VINO CORTESE, questo non più tanto sconosciuto “personaggio”, un vitigno piemontese a bacca bianca, lavorato secondo il metodo dell’astigiano Martinotti, che dà vita ad una bevanda limpida, affascinante, di bassa gradazione alcolica, ma sorprendentemente piena di fiori, di profumi di frutta, esaltante in ogni sorso. Il VINO CORTESE oggi si appresta a conquistare nuove frontiere, un pubblico trasversale, di tutti i gusti, alla ricerca del nuovo sapore, la nuova emozione di tendenza, e la richiesta di questo Vino Cortese, che porta un nome chiaro ed evocativo “IL MARENGO”, saprà deliziare molti palati.

Sarà significativo nella proposta dei drink & wine bar il nuovo Cortese MARENGO, così elegante, beverino, e uniformemente attuale sia nel pomeriggio che alla sera. Siamo sicuri nell’affermare questo concetto che richiama un vecchio adagio:

SAVE WATER, DRINK CORTESE MARENGO

Franciacorta, Prosecco o Spumante

Il prezioso nettare che sta all’interno del calice è un vino con le bolle… e allora, la domanda che sorge spontanea è: quale bolla fa per me? Un vino di Franciacorta? Un Prosecco o uno Spumante? Stiamo parlando di eccellenze del nostro Paese.

Cominciamo a vedere qualche caratteristica differenziante tra due di queste eccellenze italiane nel mondo. Cominciamo con il precisare che in entrambi i casi stiamo parlando di vini “Spumanti”.

Il Franciacorta viene prodotto in una zona della Lombardia, mentre il Prosecco si produce in Veneto – Friuli-Venezia Giulia, zone ben determinate e con peculiarità diverse. Il Prosecco viene prodotto usando il vitigno di Glera per almeno l’85% della composizione e si ottiene applicando il metodo Martinotti.

Questo metodo ci restituisce spumanti giovani, caratterizzati da freschezza brillante e aromi primari di frutta e fiori. Di fatto questa tipologia di vino va bevuta giovane. Il Franciacorta si produce usando vitigni di Chardonnay e/o Pinot Nero, che vengono lavorati secondo il Metodo Classico, quello utilizzato per la produzione dello champagne, per chiarezza. Nell’applicazione di questa tecnica vengono inseriti lieviti e zuccheri che dopo 18 mesi ci regalano un nettare dai profumi di nocciole, caramello e vaniglia, speziate sensazioni vellutate al palato 

Abbiamo raccontato che Prosecco e Franciacorta sono Vini spumanti quindi, adesso, parliamo dello Spumante nella sua accezione. Prodotto come lo champagne (metodo classico/Champenoise) trova la sua identità nel celebre Asti Spumante. Viene prodotto utilizzando il vitigno del moscato bianco che può essere lavorato con metodo Martinotti o Classico. Due sono le tipologie di Asti spumante, la variante Secco dal colore paglierino e i profumi di tiglio e acacia e la variante Dolce, dal naso delicato e il sapore aromatico.

La sua diffusione fino a livello mondiale si deve in prima persona Carlo Gancia che nel 1865 per geniale intuizione, ha imparato le tecniche di spumantizzazione dello Champagne che potevano essere applicate ai vini rossi amabili, ma che lui estese alle uve dolci, soprattutto riuscendo a bloccare la fermentazione prolungata del mosto, dando vita al primo Moscato champagne. L’Italia ha una tradizione di vini spumanti nel mondo che ha dello straordinario, quelli di cui abbiamo parlato propongono veri e propri capolavori di esperienza per i nostri palati, anche quelli meno raffinati. 

Dunque, il nostro quesito non sarà mai quale tipologia di bollicina bere, certo sceglieremo quello che ci piace di più al primo impatto, ma sapremo trovare proposte di ogni genere e gusto, soprattutto nel nostro Paese, riconosciuto come leader planetario nella storia di vinificazione.